Svolgere attività manuali, come cucinare, riduce lo stress e l’ansia e aiuta a migliorare l’umore.
Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista – San Francesco
Le attività manuali come motore del buonumore
Spesso sottovalutiamo l’importanza delle attività creative e manuali.
In realtà queste sono una vera e propria terapia nella gestione dello stress e nel mantenimento del buon umore.
Attività come dipingere, lavorare a maglia, fare giardinaggio, lavorare differenti materiali plastici, sono dei veri e propri toccasana.
Al pari di una meditazione o di una lezione di yoga, questo tipo di attività creative permette un miglioramento significativo dell’intero apparato psicofisico.
Come è stato dimostrato dallo psicoterapeuta Edith Kramer, l’arteterapia, ovvero la pratica di attività creative manuali, produce effetti tangibili:
- Migliora il contatto con il proprio corpo
- Aumenta l’autostima
- Aumenta il benessere
- Diminuisce lo stress
- Aumenta la creatività nonché la flessibilità e la capacità risolutiva dell’individuo.
La cooking therapy: quando cucinare mette di buonumore
Tra le attività manuali più praticate, di cui la maggior parte delle persone ignora le proprietà benefiche, c’è anche cucinare.
Poiché cuciniamo quotidianamente, spesso per necessità più che per piacere, non facciamo caso all’effetto che quest’attività ha sul nostro apparato psico-fisico.
Avrete sicuramente notato come, negli ultimi anni, sono aumentati vertiginosamente i programmi di cucina.
Oltre a mettere di buon umore, cucinare incide positivamente anche sulla qualità della convivialità, poiché i frutti del proprio lavoro sono condivisibili con altre persone.
La cooking therapy consiste nel rievocare emozioni come gioia ed entusiasmo.
La preparazione di un piatto, destinato ad essere condiviso con altre persone, comporta l’attivazione di una determinata attenzione ai gesti che si compiono nell’interazione con gli alimenti.
L’individuo prova benessere, durante e dopo la preparazione del piatto, per la combinazione di due fattori. Questi sono:
- Il desiderio di gratificare i commensali
- L’attenzione alla preparazione
Il desiderio di gratificare i commensali, e quindi di donare qualcosa che apporti benessere agli altri, produce un’attenzione molto alta alla scelta degli alimenti e all’esecuzione della preparazione.
Ciò comporta una riduzione della presenza di pensieri non pertinenti all’attività svolta, quindi una riduzione dello stress, e un aumento dell’entusiasmo e della gioia.
E cosa dire della gratificazione nel sapere che qualcuno apprezza il tuo operato?
Cucinare non fa bene solo a chi cucina: l’attività di condividere e mangiare insieme ha un effetto benefico anche sulle relazioni interpersonali, in quanto aumenta il grado di intimità fra i conviviali.
Cosa c’è di più entusiasmante di cucinare la propria pietanza preferita e condividerla con chi si ama?
Se vogliamo bene a qualcuno, preparare una buona cena è un modo splendido per dirglielo – Antonino Cannavacciuolo
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