Una credenza popolare è una storia, trasmessa a voce, che a un certo punto della sua diffusione ottiene largo eco e credibilità.
Nel tempo, siamo stati abituati a credere a tali superstizioni popolari, senza però soffermarci ad indagare sulla loro origine.
Chi di noi non si è mai fermato ad aspettare che qualcun altro passasse, dopo che un gatto nero gli ha attraversato la strada? Ammettiamolo, siamo tutti un po’ superstiziosi!
“Una superstizione dura più di una religione” – Teophile Gautier
Ma dove nascono queste credenze popolari? Vediamo!
Aprire l’ombrello in casa
Quante volte in un luogo chiuso vi hanno detto Non aprire quell’ombrello!
Questa superstizione ha origine nel fatto che aprire in casa l’oggetto con cui ci si ripara dalla pioggia equivalga ad attrarre la pioggia stessa, ovvero la sfortuna.
Le radici di tali simbolismi trovano fondamento nelle tradizioni indigene, che erano solite praticare rituali e danze per ottenere favori dalle forze naturali (basti pensare alla danza della pioggia).
Vi ricorda qualcosa l’espressione chiedi e ti sarà dato?
Gatto nero
Suo malgrado, il gatto nero è diventato l’icona della sfiga.
Secondo le più diffuse tradizioni popolari (America, Italia, Spagna) il passaggio di un gatto nero indica un presagio di sfortuna.
Questa credenza affonda le proprie radici nel Medioevo, e ha origine da varie dicerie. Intorno al 1200 il gatto nero, a causa del suo colore, venne associato al Diavolo, tanto che Papa Gregorio IX ne ordinò l’eliminazione.
Altra testimonianza, risalente sempre al Medioevo, narra che i cavalli si spaventassero al passaggio del gatto nero, imbizzarrendosi.
Da episodi come questi, sono nate storie che hanno inesorabilmente cambiato la vita dei poveri gatti neri e di chi li incrocia.
In realtà esistono anche tradizioni che considerano questi eleganti felini come animali sacri.
È il caso della cultura egizia, in cui il gatto veniva venerato ed associato alla figura della Dea Bastet, divinità della fertilità.
In Giappone, Scozia ed Inghilterra, il gatto nero è invece considerato l’emblema della buona sorte.
Passare sotto una scala
Secondo le tradizioni popolari, passare sotto una scala implica andare incontro ad un periodo di sfortuna. Questa credenza nasce a causa della figura triangolare che la scala crea quando è appoggiata al muro.
Il triangolo, figura geometrica sacra alla cristianità, simboleggia la trinità (Padre, figlio e Spirito Santo).
Invadere lo spazio sacro significava violare i confini del divino: un bel po’ di sfortuna sarebbe stata la giusta punizione per la violazione.
E se provassimo a guardare la cosa da un’ottica differente?
Passare la scopa sui piedi di una donna single
Quante volte, mentre qualcuno spazzava il pavimento, vi siete tenute a massima distanza evitando di sfiorare le setole della scopa?
La tradizione popolare narra che, quando si spazza involontariamente il piede di una donna single, il suo destino sarà segnato dal velo della solitudine: addio matrimonio!
Ma da dove nasce questa credenza?
In passato, spazzarsi sui piedi era segno evidente di una mancata padronanza della scopa, e quindi sottintendeva una scarsa abilità nello svolgere le faccende domestiche. Ciò significava che la donna non era matura e pronta a sposarsi.
Ragazze per evitare ogni inconveniente, comprate l’aspirapolvere!
Guardarsi negli occhi durante un brindisi (per non scontare 7 anni di sventure sessuali)
Tale credenza trova terreno fertile nella cultura tedesca. In caso di brindisi, non guardarsi negli occhi indicherebbe un’offesa personale e comporterebbe 7 lunghi e duri anni di sventure in campo sessuale.
Ma dove ha origine questa superstizione?
In epoca medievale, gli occhi si consideravano lo specchio dell’anima e quindi dallo sguardo si potevano carpire le intenzioni dei partecipanti ai banchetti o ai brindisi. Spesso, durante i festeggiamenti, vi erano numerosi episodi di avvelenamento, e lo sguardo era l’unico modo per stanare la presenza di eventuali malintenzionati.
Pertanto, l’atto di guardarsi negli occhi durante un brindisi era una sorta di atto di fedeltà e di onestà.
L’associazione del brindisi all’area sessuale è invece di origine Ceca. Secondo questa cultura, guardarsi negli occhi equivale a un contatto intimo, capace di far nascere un innamoramento.
Quindi ragazzi, mi raccomando, occhi fissi e sguardo vigile!
Lo specchio che si rompe: 7 anni di sfortuna
La superstizione popolare vuole che la rottura di uno specchio comporti 7 lunghi anni di sfortuna.
Ma perché tutto questo accanimento?
La credenza trae origine dall’antica cultura popolare giapponese, secondo cui tutte le superfici che hanno la capacità di riflettere un corpo umano sono sacre.
Ciò che riflette, al tempo stesso, cattura. Lo specchio avrebbe quindi la capacità di catturare l’essenza e l’anima della persona che vi si riflette.
La rottura di uno specchio per mano di qualcuno implicherebbe una rottura degli equilibri della sua essenza, la frantumazione della sua anima.
Nell’antica Roma, invece, la rottura di uno specchio si associava ad una perdita economica. Questo perché l’oggetto, creato con elementi preziosi come l’oro e l’argento, era costoso. Per poterlo ricomprare sarebbero stati necessari 7 anni di sacrifici e di ristrettezze.
Quindi ragazzi, per aggirare l’ostacolo, comprate specchi economici!
Varcare la porta con il piede sinistro
Basta parlare di sfortuna, è tempo di augurarsi qualcosa di positivo!
In tal senso, ho deciso di concludere la lista con qualcosa di totalmente opposto ai temi trattati in precedenza.
Voglio condividere con voi un’azione superstiziosa da praticare quando si prende possesso di una casa nuova.
La tradizione vuole che, quando si entra in una nuova casa, bisogna varcare la porta con il piede sinistro, e poi pronunciare la frase: “Entro povero e me ne vado ricco”.
Auguriamoci sempre di vivere situazioni positive e stimolanti!
Come disse il grande Eduardo De Filippo:
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.
E voi cosa ne pensate?